Effects of Smoking on Very-Long Term Mortality after First ST Elevation Myocardial Infarction
a cura di: Paolo Giuseppe Pino
Kızıltunç E. et al. Effects of Smoking on Very-Long Term Mortality after First ST Elevation Myocardial Infarction. Arq Bras Cardiol. 2022; 118(1):24-32. DOI: https://doi.org/10.36660/abc.20201036
BACKGROUND
Il paradosso del fumo è stato oggetto di dibattito per i pazienti con infarto miocardico acuto per oltre due decenni. Nonostante esistano numerose evidenze che affermano che non esista un vero paradosso, continuano a essere pubblicati studi che nei fumatori riportano risultati migliori nel post-infarto.
OBIETTIVO
Esplorare l’effetto del fumo sulla mortalità a lungo termine dopo infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI).
METODI
Lo studio ha coinvolto pazienti con STEMI diagnosticati tra gli anni 2004-2006 presso tre centri terziari. I pazienti sono stati categorizzati in base all’esposizione al tabacco (Gruppo 1: non fumatori; Gruppo 2: utilizzatori di <20 pacchetti/anno, Gruppo 3: utilizzatori di 20-40 pacchetti/anno, Gruppo 4: utilizzatori di >40 pacchetti/anno). Un modello di regressione di Cox è stato utilizzato per stimare i rischi relativi per la mortalità a lungo termine. Un valore di p <0,05 è stato considerato statisticamente significativo.
RISULTATI
Sono stati inclusi 313 pazienti (201 fumatori, 112 non fumatori) seguiti per un periodo mediano di 174 mesi. I fumatori erano più giovani (54±9 vs. 62±11, p: <0,001), e la presenza di fattori di rischio cardiometabolici era più prevalente nei non fumatori. Un’analisi univariata dell’impatto dell’abitudine al fumo sulla mortalità ha rivelato una migliore curva di sopravvivenza nel Gruppo 2 rispetto al Gruppo 1. Tuttavia, dopo l’aggiustamento per i dati confondenti, è stato osservato che i fumatori avevano un rischio significativamente aumentato di morte. Il rischio relativo è aumentato con l’aumentare dell’esposizione (Gruppo 2 vs. Gruppo 1; HR: 1,141; IC al 95%: 0,599 a 2,171, Gruppo 3 vs Gruppo 1; HR: 2,130; IC al 95%: 1,236 a 3,670, Gruppo 4 vs Gruppo 1; HR: 2,602; IC al 95%: 1,461 a 4,634).
CONCLUSIONE
Il fumo aumenta gradualmente il rischio di mortalità per tutte le cause dopo un STEMI.
Abstract
BACKGROUND: The smoking paradox has been a matter of debate for acute myocardial infarction patients for more than two decades. Although there is huge evidence claiming that is no real paradox, publications supporting better outcomes in post-MI smokers are still being released. OBJECTIVE: To explore the effect of smoking on very long-term mortality after ST Elevation myocardial infarction (STEMI).
METHODS: This study included STEMI patients who were diagnosed between the years of 2004-2006 at three tertiary centers. Patients were categorized according to tobacco exposure (Group 1: non-smokers; Group 2: <20 package*years users, Group 3: 20-40 package*years users, Group 4: >40 package*years users). A Cox regression model was used to estimate the relative risks for very long-term mortality. P value <0.05 was considered as statistically significant.
RESULTS: There were 313 patients (201 smokers, 112 non-smokers) who were followed-up for a median period of 174 months. Smokers were younger (54±9 vs. 62±11, p: <0.001), and the presence of cardiometabolic risk factors were more prevalent in non-smokers. A univariate analysis of the impact of the smoking habit on mortality revealed a better survival curve in Group 2 than in Group 1. However, after adjustment for confounders, it was observed that smokers had a significantly increased risk of death. The relative risk became higher with increased exposure (Group 2 vs. Group 1; HR: 1.141; 95% CI: 0.599 to 2.171, Group 3 vs Group 1; HR: 2.130; 95% CI: 1.236 to 3.670, Group 4 vs Group 1; HR: 2.602; 95% CI: 1.461 to 4.634).
CONCLUSION: Smoking gradually increases the risk of all-cause mortality after STEMI.
COMMENTO REDAZIONALE
I RISULTATI DI QUESTO LAVORO CONFERMANO CHE DOPO UNA SCA STEMI I FUMATORI HANNO UNA PROGNOSI PEGGIORE ANCHE A LUNGHISSIMO TERMINE. QUESTO SPIEGA INOLTRE PERCHE’ APPARENTEMENTE A BREVE TERMINE I FUMATORI SEMBRANO AVERE UNA PROGNOSI MIGLIORE.