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IMPATTO DEL FUMO SUGLI OUTCOME CARDIOVASCOLARI NEI PAZIENTI CON CORNAROPATIA STABILE

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Impact of smoking on cardiovascular outcomes in patients with stable coronary artery disease

a cura di: Paolo Giuseppe Pino

Bouabdallaoui N. et al. Impact of smoking on cardiovascular outcomes in patients with stable coronary artery disease. European Journal of Preventive Cardiology (2021) 28, 1460–1466. doi:10.1177/2047487320918728.

OBIETTIVI

Il fumo rappresenta un importante fattore di rischio evitabile per le malattie cardiovascolari e la mortalità. Tuttavia, il “paradosso del fumatore” suggerisce che sia associato a una migliore sopravvivenza dopo un infarto miocardico acuto. Abbiamo investigato l’impatto del fumo sulla mortalità e sugli esiti cardiovascolari in pazienti con malattia coronarica stabile.

METODI

Il registro internazionale CLARIFY includeva 32.703 pazienti con malattia coronarica stabile tra il 2009 e il 2010. Tra i 32.378 pazienti inclusi nell’analisi, sono stati utilizzati modelli di rischi proporzionali di Cox (aggiustati per età, sesso, regione geografica, infarto miocardico pregresso e stato di rivascolarizzazione) per stimare le associazioni tra lo stato di fumo e gli esiti. I pazienti sono stati stratificati come segue: il 41,3% dei pazienti non ha mai fumato, il 12,5% erano fumatori attuali e il 46,2% erano ex fumatori.

RISULTATI

I fumatori attuali erano più giovani rispetto a non fumatori ed ex fumatori (59 vs. 66 e 64 anni, rispettivamente, p < 0,0001). C’erano più uomini tra i fumatori attuali o ex fumatori rispetto a non fumatori. Rispetto a non fumatori, sia i fumatori attuali che quelli passati erano a maggior rischio di morte per tutte le cause (hazard ratio = 1,96 e 1,37) e morte cardiovascolare (hazard ratio = 1,92 e 1,38) entro cinque anni (tutti p < 0,05). Rischi altrettanto graduati e aumentati erano presenti per l’infarto miocardico e il composito di morte cardiovascolare, infarto miocardico e ictus (tutti p < 0,05).

CONCLUSIONE

Contrariamente a quanto si potrebbe dedurre dal “paradosso del fumatore”, i fumatori con malattia coronarica stabile in realtà hanno un rischio notevolmente aumentato di futuri eventi cardiovascolari, compresa la mortalità, rispetto ai non fumatori. Nei pregressi fumatorii, il rischio cardiovascolare rimane elevato, sebbene a un livello intermedio tra quello dei fumatori attuali e dei non fumatori, sottolineando l’importanza della cessazione del fumo.

AIMS Smoking is a major preventable risk factor for cardiovascular disease and mortality. However, the ‘smoker’s paradox’ suggests that it is associated with better survival after acute myocardial infarction. We aimed to investigate the impact of smoking on mortality and cardiovascular outcomes in patients with stable coronary artery disease.

METHODS The international CLARIFY registry included 32,703 patients with stable coronary artery disease between 2009 and 2010. Among the 32,378 patients included in the present analysis, Cox proportional hazards models (adjusted for age, sex, geographic region, prior myocardial infarction, and revascularization status) were used to estimate associations between smoking status and outcomes. Patients were stratified as follows: 41.3% of patients never smoked, 12.5% were current smokers and 46.2% were former smokers.

RESULTS Current smokers were younger than never-smokers and former smokers (59 vs. 66 and 64 years old, respectively, p < 0.0001). There were more men among current or former smokers compared with never-smokers. Compared with never-smokers, both current and former smokers were at higher risk of all-cause death (hazard ratio = 1.96 and 1.37) and cardiovascular death (hazard ratio = 1.92 and 1.38) within five years (all p < 0.05). Similarly graded and increased risks were present for myocardial infarction and the composite of cardiovascular death, myocardial infarction and stroke (all p < 0.05).

CONCLUSION In contrast to the ‘smoker’s paradox’, current smokers with stable coronary artery disease have a greatly increased risk of future cardiovascular events, including mortality, compared with never-smokers. In former smokers, cardiovascular risk remains elevated albeit at an intermediate level between that of current and never-smokers, reinforcing the importance of smoking cessation.

COMMENTO REDAZIONALE

IL LAVORO CONFERMA CHE IL PARADOSSO DEL FUMATORE DI FATTO NON ESISTE. IN QUESTO GRUPPO DI PAZIENTI CON CORONAROPATIA STABILE, I FUMATORI PERSISTENTI AVEVANO UN NOTEVOLE INCREMENTO DI EVENTI CARDIOVASCOLARI FUTURI NEGATIVI RISPETTO AI NON FUMATORI. COMUNQUE ANCHE I PREGRESSI FUMATORI AVEVANO UN AUMENTO DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE SEBBENE AD UN LIVELLO INTERMEDIO TRA FUMATORI PERSISTENTI E NON FUMATORI.

Regione Campania/basilicata

AREA MEDICA

Michele ARCOPINTO
Ermenegilda PAGANO
Rosina VALICENTI (Basilicata)

AREA NON MEDICA

Roberta D’ASSANTE (Biologa)
Flavia LANZILLI (Fisioterapista)